Prestiti per la ricostruzione post-terremoto Emilia

Intesa Sanpaolo è intervenuta in prima persona per cercare di stimolare un’accelerazione ulteriore alla realizzazione dei progetti per la ricostruzione del territorio che è stato danneggiato seriamente dal sisma dello scorso mese di maggio. L’istituto bancario ha stanziato un plafond complessivo di 50 milioni di euro rivolgo agli operatori che desiderano contare su un supporto creditizio valido per poter rilanciare i progetti di riparazione e di rinnovamento delle infrastrutture colpite dal terremoto, a condizioni certamente vantaggiose.

A sancire la possibilità di utilizzo del plafond è un accordo stipulato tra l’istituto di credito e la Bei – la Banca Europea per gli Investimenti – grazie al quale sarà possibile supportare le zone terremotate attraverso un totale di 200 milioni di euro, da dividere in quattro tranches. Le somme saranno messe a disposizione dall’istituto di credito italiano, e finalizzate prevalentemente alla ricostruzione o alla messa in sicurezza di beni e di strutture pubbliche, come ad esempio le scuole e gli ospedali, in Emilia e nelle aree limitrofe, in Lombardia e in Veneto.

Stando a quanto promosso dall’istituto di credito, l’accesso al prestito potrebbe essere agevolato, mentre la clientela debitrice avrà un tempo massimo di 15 anni per la restituzione. Un piano di ammortamento pertanto piuttosto esteso, che permetterà certamente ai debitori di poter tracciare un filo conduttore nella restituzione del capitale, compatibilmente alle rispettive e specifiche situazioni economico finanziarie.

I prestiti saranno erogati direttamente da Intesa Sanpaolo mediante le sue controllate Centro Leasing, Mediocredito Italiano e Leasint. A beneficiarne, gli enti locali, le piccole e medie imprese coinvolte negli interventi di ricostruzione, e non solo.

Enrico Cucchiani, consigliere e amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha commentato ricordando che “l’impegno di intesa sanpaolo sarà rivolto principalmente ai progetti dedicati alla ricostruzione del tessuto sociale ed economico di quei territori. a partire proprio da quei beni comuni in cui si identifica una comunità, come le scuole, gli ospedali, gli edifici pubblici in generale”.